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La bianca valle, il suo rifugio e il suo campanile

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L’ingresso alla Valle

Una bianca vallata immersa nell’ultima neve primaverile. Una vallata quasi isolata, lontana dalle persone, dai rumori e assilli della vita moderna. Una vallata dove ci si può meravigliare o impressionare dai fragori delle slavine causate dal disgelo o dal dolce scorrere dell’acqua che scende dai monti. Queste sono le sensazioni che ho percepito durante questo soggiorno in val Cimoliana.

Hepaticha
Le acque del Cimoliana

La nostra avventura parte da Cimolais dove prendiamo la strada che ci porta dentro la valle, ma qui la comodità della macchina finisce dopo 2 chilometri. Sulla strada c’è una frana e quindi lasciamo le auto e ci incamminiamo, con la nostra guida che inizia a spiegarci la geo formazione delle dolomiti, verso il rifugio Pordenone. Mentre ci avviciniamo alla sorgente dell’acqua dolomia vediamo già le prime fioriture primaverili della Hepaticha, con il suo profondo colore viletto, mentre il torrente Cimoliana fa sentire la sua voce.
Poco più avanti il disgelo si fa sentire, l’acqua e la neve si aprono la strada tra le rocce e ci regalano la visione di una inquietante slavina in miniatura.

La montagna e la sua slavina

La vallata si apre a noi quasi incontaminata mentre noi proseguiamo verso la nostra meta, aiutati dall’ausilio delle ciaspe da neve.

La vallata
Missione completata

Il tempo si ingrigisce e qualche goccia di pioggia inizia a cadere, ma ormai la nostra meta si avvicina. Raggiungiamo cosi il rifugio Pordenone, dove Marica ci aspetta con un caldo fuoco ed una succulenta cena. Per passare un po il tempo ci mettiamo a ricomporre un curioso cubo di legno, ed una sfida molto divertente. Due chiacchiere e poi via sui letti, mentre fuori piove forte.

Il campanile di Val Montanaia

L’indomani dopo la colazione la nostra guida decide di rivedere un po’ il programma. Forse è un po’ eccessivo arrivare a casera Menon e quindi ci incamminiamo aprendoci il sentiero sulla fresca neve verso il belvedere da dove si può ammirare il campanile di Val Montanaia, meta di ogni scalatore.

Un po’ di neve
Dopo le foto di rito scendiamo attraverso la valle per recuperare i zaini al rifugio ed, armati di ciaspe, passeggiare verso casera Meluzzo. Il tempo ci regala qualche sprazzo di azzurro e il sole scalda e si fa sentire sulla pelle.

Casera Meluzzo

L’acqua si fa strada sulla neve

E’ ora di rientrare, anche perché la strada è lunga e innevata, ma ci portiamo con noi il ricordo di un piacevole fine settimana a contatto con una natura quasi incontaminata.

guarda la galleria su picasa

Ringraziamenti:
Un grazie a tutto il gruppo che ha partecipato a questo soggiorno. 
Alla nostra guida Franco Polo, e Marica e Ivan del Rifugio Pordenone

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