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Le emozionanti foto di Robert Capa

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Questa volta voglio fare un piccolo strappo alla regola e parlare di foto non mie.
Parliamo ben si delle foto di  Robert Capa, fotoreporter della prima metà del XX secolo a cui possiamo attribuire il merito di aver scoperto l’uso della fotografia nei reportage di guerra e scomparso prematuramente a 41 anni su una mina durante uno dei suoi reportage.

“Se le foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino” (Robert Capa)

Questo articolo è ispirato da una mia recente visita alla retrospettiva di Capa che si è tenuta a Villa Manin di Passariano. Dove sono state esposte 180 fotografie tra sue e alcuni suoi ritratti che creano un percorso visivo che accompagna il visitatore attraverso i più importanti conflitti bellici e sociali a cavallo della seconda guerra mondiale, concedendo anche un po’ di spazio al glamour in compagnia dei personaggi famosi dell’epoca (Picasso, Hemingway, John Huston e l’attrice Ingrid Bergman). 
Un percorso che non è solo visivo ma che è fatto di pure emozioni che sono state immortalate nelle sue immagini. Capa infatti è riuscito attraverso i suoi scatti a trasmettere i sentimenti e i pensieri dei suoi soggetti. Dalle sue foto si riesce a cogliere la disperazione e la crudeltà della guerra, ma anche la gioia dei bambini o la dolcezza dell’amore tra le persone. Emozioni che in questi scatti passano dai nostri occhi al nostro animo il quale si rattrista nelle immagini più cupe, ma gioisce e si meraviglia davanti a un sorriso oppure la speranza del cambiamento nei volti delle persone durante le manifestazioni.
Robert Capa 
Con il suo lavoro Capa ci ha trasmesso la crudeltà è la tristezza della guerra senza mai ricorrere a immagini truci ma lasciandoci ugualmente un segno nello spirito. Ci ha trasmesso immagini di mondi lontani, di guerre combattute da bambini e di paesi che cambiano. Le sue testimonianze possono essere e devono essere un monito a star lontani da nuovi conflitti.
Link
– La pagina su Capa dell’agenzia Magnum Photo

Ringraziamento
– Grazie ad Alessandra per avermi accompagnato in questa visita

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