Su questo territorio di circa 100 ettari è stata creata un’oasi nuturalistica per conservare intatto l’ambiente particolare che si è creato con la costruzione della torbiera. Al interno di quest’area si possono trovare diversi volatili come cigni neri, tarrabusi, casarche, oche selvatiche, germani e molti altri.
Oca selvatica |
Una casarca |
Ma le specie più interessati sono le cicogne e i ibis migratori. Entrambe le specie fanno parte di due distinti progetti studiati per la reintroduzione e la conservazione delle due specie.
Le cicogne vengono tenute in voliera per circa tre anni al fine di assopire il loro istinto migratore e poi vengono lasciate libere nel ambiente. In tutta l’area circostante si possono notare diversi pali e alberi che sono usati come base per la costruzione dei nidi da parte delle cicogne.
Attulmente sono visibili moltissimi esemplari ci cicogne in libertà che volteggiano in tutta l’aera e non è escluso che qualche esemplare decida di fare un volo radente sopra le teste dei visitatori e mostrarsi cosi un tutta la loro bellezza ed eleganza.
Un ibis eremita che stava compiendo la migrazione |
I progetti in corso mirano sia a mantenere e reintrodurre la specie in natura che a ricreare dei nuovi flussi migratori che dalle riserve in Spagna portino verso l’europa centrale, come la riserva dello Zoo di Vienna. La colonia di ibis di Fagagna serve anche come punto di riferimento per gli ibis in libertà in quanto si trova su questo tragitto. Durante la visita abbiamo ammirato una coppia di ibis in migrazione e che pochi giorni prima erano stati avvistati e identificati nei pressi della riserva di Grosseto. Probabilmente questi esemplari erano diretti verso Vienna.
L’osai ha un aspetto molto curato ed è molto accogliente, ideale per una breve passeggiata seguendo i percorsi ben segnalati e dotati di vari punti di osservazione creati per limitare al massimo i disagi e i disturbi che l’uomo creerebbe con la sua presenza.
Probabilmente si può essere critici su alcuni metodi utilizzati per preservare le alcune specie animali, come preparare la base dei nidi, o mitigare l’istinto migratore ad alcune razze. Ma queste tecniche hanno il fine di permettere la sopravvivenza di alcune specie alle modifiche che l’uomo ha portato al habitat naturale per adattarlo alle sue esigenze o di reintrodurre specie che in passato popolavano determinate zone e che sono state cacciate dal stravolgimento del territorio.
Ringraziamenti
Alla guida naturalistica che ci ha accompagnato in questa escursione e Daniela per la compagnia.
Riferimenti